Il corpo adolescente: una prospettiva unitaria e ricorsiva sull’Io-soggetto che cresce
In Psicoanalisi della Relazione è possibile occuparsi di corporeità ed in particolare del corpo iper-investito di significati e significanti dell’adolescente tramite il paradigma epistemico della complessità, che guarda, innanzitutto, all’Io-soggetto come unitario, ossia per il quale, secondo Miche...
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Format: | Article |
Language: | English |
Published: |
PAGEPress Publications
2025-07-01
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Series: | Ricerca Psicoanalitica |
Subjects: | |
Online Access: | https://socialsciences.pagepress.org/rp/article/view/1035 |
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Summary: | In Psicoanalisi della Relazione è possibile occuparsi di corporeità ed in particolare del corpo iper-investito di significati e significanti dell’adolescente tramite il paradigma epistemico della complessità, che guarda, innanzitutto, all’Io-soggetto come unitario, ossia per il quale, secondo Michele Minolli, “la singola parte è il tutto e [...] il tutto è la singola parte”. “L’Io-soggetto è uno [...] ha più parti in relazione tra loro. Le varie componenti o le diverse funzioni devono essere colte nella loro interazione. Un modello che colga soltanto l’aspetto dell’unitarietà e non aiuti a capire il funzionamento ricorsivo del soggetto tra le sue parti e il tutto non è adeguato”. Un Io-soggetto, quindi, configurato dal suo ambiente, familiare, transgenerazionale e culturale, e dalla sua genetica anche per essere ‘quello specifico corpo’, laddove la sofferenza del paziente nasce dal percepirsi inconsistente, ossia dal non prendere atto che si è come si è anche in quanto corporeità unica, con cui si è chiamati a fare i conti; tenendo, peraltro, in considerazione il contesto di una società iper-individualista in cui, secondo Lipovetsky (2004), siamo immersi, che tende a fare del corpo strumento frammentato dell’auto-affermazione di sé, anche tramite l’utilizzo narcisistico e globale della visibilità fornita dai social network. All’interno di questa prospettiva ‘a frattale’, il sintomo, che abbia manifestazioni corporee (autolesionismo, agiti impulsivi, tentato suicidio, disturbi alimentari, somatizzazioni, ansia/attacchi di panico), finanche, soprattutto in adolescenza, in termini di manifestazione identitaria (tatuaggi/piercing/orecchini, abbigliamento, make-up/capigliature), può allora trovare il suo significato come espressione metaforica e sincretica di tutto quell’Io-soggetto, secondo la logica ricorsiva del ‘io sono il mio sintomo’; intendendo, inoltre, la sintomatologia corporea sempre in ottica relazionale, in quanto la mente è intersoggettiva, ossia identità e coscienza si formano nel contesto delle relazioni e non in un isolamento intrapsichico. In tal senso, il sintomo è pensato, anche, come espressione dei legami del paziente; tramite la presentazione delle vignette cliniche di alcuni adolescenti, incontrati all’interno di dispositivi terapeutici individuali e familiari, si cercherà di mettere in luce come sia, allora, possibile lavorare insieme a ciascuno specifico Io-soggetto nella sua complessità, nel momento presente ed incarnato della relazione analitica tra due o più corporeità uniche, ricomprendendo quindi anche quella del terapeuta, a sua volta vista a partire dalla propria configurazione iniziale.
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ISSN: | 1827-4625 2037-7851 |